Un personaggio del film Il Talento di Mr. Ripley trova che il jazz sia an insolent noise. Un rumore fastidioso. Lo dice con disprezzo. (…) ma il jazz è qualcosa che dà fastidio al potere, qualcosa di sovversivo, qualcosa di destabilizzante.
Mario Gamba
Alcuni hanno avuto il coraggio di dirmi che ascoltano il bop perché li rilassa. La ritengo un’offesa personale. Il jazz non è un gattino o un pesce rosso: è una bestia feroce
Pierpaolo Vettori, Lanterna per illusionisti (p.166).
Sarebbe bello che il jazz fosse SEMPRE, anche oggi, una bestia feroce. Purtroppo questa idea romantica mi sembra appartenere al passato e spesso il jazz contemporaneo miagola innocuo.
Franco Bergoglio
Verificare se oggi il jazz mantiene il carattere originario di musica che scompagina gli equilibri culturali stabiliti. è, in fondo, abbastanza semplice. Basta leggere i cartelloni dei festival che si svolgono in tutta la penisola. Ed è facile vedere l’esito del test. Gran parte del jazz no, certo jazz sì, ma è del tutto minoritario, poco conosciuto e tanto meno proposto..
Tutto fa brodo ? Tutto fa jazz ? Domanda : per quale motivo c’è chi continua a chiamare “festival jazz” manifestazioni nelle quali vengono invitati ad esibirsi musicisti e cantanti che col jazz non hanno nulla da spartire ? Per rispetto verso il jazz, verso chi ne ha fatto la storia, verso chi lo suona e/o lo ascolta, verso chi si ostina ad organizzare rassegne jazz (vere), liberate la creatività e inventatevi un altro titolo.
Livio Testa, per trent’anni direttore artistico di Clusone Jazz
Volete un esempio ? E per una volta usciamo dai confini nazionali e andiamo a vedere lo storico festival di Nizza, che da sempre propone musiche e personaggi che , per dirla come Bergoglio (Franco, non il Papa….) miagolano innocui, nonostante i titoli fiammeggianti e i propositi tromboneschi con i quali viene proposto:
Christian Estrosi ha presentato l’edizione 2025 del Nice Jazz Fest con queste parole: “Il jazz del futuro nasce oggi a Nizza. Con questa visione, il Nice Jazz Fest si afferma come un punto di riferimento per la creazione e l’innovazione musicale.
Nel 2025, saranno 28 i gruppi che si esibiranno in quattro serate indimenticabili nel cuore della città, con artisti dalle influenze più diverse.
Insieme a Graig Monetti e Sébastien Vidal, sono fiero di presentare un programma denso e variegato, in perfetta sintonia con la tradizione universale del jazz.
Il nostro festival è un luogo di scoperta e condivisione, aperto a tutti, con un villaggio esperienziale, un’area dedicata ai bambini e numerose animazioni a tema.
Ogni anno, il Nice Jazz Fest si conferma come il perfetto equilibrio tra la passione della nostra città e l’audacia di questo straordinario genere musicale.
Continuiamo a scrivere insieme la storia del jazz, perché l’uno non esiste senza l’altra”.
Ed ecco i protagonisti che scrivono la storia del jazz (sigh) :
- Santa, rivelazione francese e vincitrice di una Victoire de la Musique
- Christian McBride, direttore d’orchestra vincitore di nove Grammy Awards
- Jorja Smith, cantante dalla voce d’oro
- Edouard Pennes, maestro nei crossover tra jazz e musica classica
- Raye, astro nascente che fonde R&B, jazz e blues
- Masego, polistrumentista e produttore giamaicano-americano
- Jalen Ngonda, erede delle grandi voci soul
- The Cookers, supergruppo con 7 leggende del jazz (Billy Harper, Eddie Henderson, George Cables, Cecil McBee, Billy Hart, David Weiss & Donald Harrison)
- Tyreek McDole, promessa del jazz del futuro
Facile mettersi a sorridere , a parte Christian McBride e i Cookers i miagolii imperversano. E non bastano Nubya Garcia, Sullivan Fortner, Scofield e Avishai Cohen, ovviamente nemmeno considerati dall’estroso Estrosi, a raddrizzare una barca che affonda. Ma niente paura, a Nizza , e in moltissimi altri posti, continuano a scrivere la storia.

Che dire poi di Montreux, un festival (jazz (?) storico, che da sempre alterna jazzisti a stelle del rock. Un tempo però i nomi che circolavano erano di spessore altissimo, oggi , come accade anche in altri luoghi, la prevalenza è di rocker, nella maggior parte dei casi ben stagionati, forse perchè richiamano un pubblico anziano ma benestante, viceversa si punta alle ultime novità del pop e generi collegati. Insomma, a musiche che, salvo eccezioni, durano lo spazio di una stagione. E il jazz? Visto che nel nome del festival è presente, un contentino bisogna pur darlo, e, guarda caso, sono più o meno gli stessi nomi presenti a Nizza. Grande fantasia, progettualità meditate, idee chiarissime. Tutto cio’ che di nuovo e intrigante si agita nella nostra musica non ci sarà nemmeno a Montreux .
https://www.cdt.ch/news/svizzera/neil-young-e-santana-al-montreux-jazz-festival-390771