I proprietari di un museo/galleria di arte contemporanea fra i più quotati del paese, decidono di commissionare ad un giovane giornalista appassionato d’arte e di musica una rassegna di concerti da tenere nelle sale popolate da opere d’arte. Il curatore sceglie alcuni rappresentanti dei fenomeni più innovativi ed estremi del panorama jazz e della musica contemporanea. Il tutto si risolve in un grande successo.
Vi sembra una situazione verosimile al giorno d’oggi?
Lo è stata cinquantacinque anni fa, ed i protagonisti di questa storia avventurosa e visionaria rispondono ai nomi di Marguerite ed Aimè Maeght (i proprietari, collezionisti d’arte e galleristi), Daniel Caux (il giornalista curatore del festival musicale), Albert Ayler e Sun Ra, La Monte Young e Terry Riley (i musicisti invitati ad esibirsi). Si potrebbe aggiungere un breve elenco di artisti fra i quali Marc Chagall, Alberto Giacometti, Joan Mirò e Wassily Kandinsky quali autori delle opere ospitate nelle sale della suggestiva sede della Foundation Maeght, il museo di cui sopra, inaugurato nel 1964 a St. Paul De Vence, in Provenza, ad una mezz’ora di strada da Nizza, e tuttora in piena attività nel mondo dell’arte contemporanea. Potete verificare direttamente qui: https://www.fondation-maeght.com/
Ma ai nostri fini dobbiamo tornare a quei primi di agosto del 1970 quando, una settimana dopo l’esplosiva performance del quintetto di Albert Ayler con la vocalist sassofonista Mary Parks, il bassista Steve Tintweiss, il batterista Allen Blairman ed il pianista Call Cobbs, il festival ospitò, per la prima esibizione fuori dagli Stati Uniti, i 18 elementi della Sun Ra Arkestra, con John Gilmore, Marshall Allen, Pat Patrick, Danny Davis and Danny Ray Thompson tra gli altri.
Sia l’esibizione di Ayler, , sia quella di Sun Ra furono registrate dalla Radio pubblica francese ORTF, e ad entrambe venne dedicata una pubblicazione di estratti dall’etichetta francese Shandar nel 1971, seguita poi, per Ayler, dalla pubblicazione integrale nel 2022 nel box-set Revelations.
La notizia attuale è che, in occasione del record Store day 2025, l’etichetta Strut records ha reso disponibile in un ambizioso formato di 6 Lp anche l’integrale dei concerti dell’Arkestra con il titolo di “Nuits De La Fondation Maeght” corredato da materiale fotografico e testuale dell’epoca che include scritti di Daniel Caux, Jacqueline Caux e Paul Griffiths e le foto di Philippe Gras.

Nei quarantasette brani dei due sets riportati in questa edizione integrale c’è tutto l’universo di Sun Ra rappresentato nel cruciale passaggio, a cavallo del cambio di decennio, dalla dimensione dei primi esperimenti sci fi alla costruzione di uno strutturato immaginario afrofuturista: la musica vive di estremi, con lunghi brani collettivi dai climi cangianti supportati da un fitto apparato percussivo, brandelli di free jazz, furiosi piano solo, reminiscenze del passato blues e gospel inglobati nella formula globale(“Why go to the moon“, “Satellites are spinning“), l’ organo di Ra che omaggia Henry Mancini in “Days of wine and roses“. Era anche il periodo in cui il Nostro stava approfondendo le proprie sperimentazioni con i sintetizzatori e nel set delle due serate ne sono testimonianza brani di totale e libera sperimentazione come le due sezioni di “Cosmic courier.”
Non c’è naturalmente, la parte visuale del concerto, i costumi, i danzatori ed i filmati, che alternavano visioni di città americane come New York o Chicago a razzi lanciati nello spazio, divinità egizie e tutte le simbologie cui faceva riferimento la visione di Sun Ra.
Daniel Caux nelle note del cofanetto ricorda l’effetto spiazzante dell’esibizione dell’Arkestra sull’audience della fondazione Maeght : “Uno spettacolo che andò oltre ogni aspettativa“, ed è commovente, riascoltando oggi la cronaca di quelle due serate, sentire gli applausi entusiasti del pubblico.
Il che ci riporta alla domanda iniziale per rispondere che no, oggi, dopo oltre cinquanta anni, la possibilità di dare spazio ed apprezzare un fenomeno di sfrenata creatività e libertà artistica come quello messo in scena da Sun Ra e dalla sua Arkestra, probabilmente non ci sarebbe. Nel 2025 temo proprio che i social networks ed i cellulari abbiano definitivamente portato a termine il processo di distruzione della curiosità culturale che animava quei volonterosi ed entusiasti partecipanti alle notti di St. Paul de Vence.