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CHICK COREA – Trilogy 3 – Candid – Supporti disponibili: CD 2xLP
Spunta per la rinata Candid Records quest’opera importante, terzo episodio di Trilogy, un succulento doppio LP che, come nei precedenti del 2013 e del 2018, si compone di registrazioni dai concerti tenuti da un trio di Corea semplicemente stellare, con Christian McBride al contrabbasso e Brian Blade alla batteria.
Il tour s’interruppe poi improvvisamente a causa della pandemia mondiale e il destino beffardo volle che non riprese mai più perché l’anno successivo Chick lasciò questa valle di lacrime per un tumore, alla soglia degli 80 anni. E’ probabile che queste registrazioni, soprattutto quelle provenienti da un concerto parigino del 2020, siano quindi le ultime di una formazione che ha tenuto in mano per un certo periodo la sacra fiamma del piano-jazz-trio esposta ai massimi livelli mondiali, per certi versi un fiero contraltare al modus operandi del coevo trio jarrettiano.
Pronti, via, ed è subito pura gloria coreana, con “Humpty Dumpty”, che rimanda dritti a “The Mad Hatter”, disco del ‘78 ispirato ad Alice di Lewis Caroll, brano qui proposto in purezza, il trio scioglie le vele, ne esce un flusso di freschezza inaudita. Hush, quanto ci manca Chick Corea… e che balsamo questo lavoro dal vivo che ci rilancia la sua straordinaria limpidezza come performer e la sua grandezza come compositore, in questo trio che è un lascito da custodire e consumare d’ascolti…
Sospiro sincero e poi si prosegue con l’estesa rivisitazione di “Windows”, altra composizione in ¾ di Corea del ‘66 diventata standard mondiale, e dopo tanta bellezza tocca al repertorio monkiano essere evocato e sondato con autorevolezza e magistero, ecco l’angolare magia di “Ask Me Now”, ecco l’obliquo sprigionarsi di “Trinkle Tinkle” con il trio che giostra con telepatica empatia sul rasoio di ogni assolo.
E’ come essere nel giardino delle meraviglie jazz, il tema viene enunciato dal leader con una serie di squisite rifrazioni in solo, prima di chiamare a sé gli altri due titani in ascolto. Nella movimentata “Sonata in D Minore” di Scarlatti è invece protagonista l’archetto di McBride, e il brano barocco-bop precede una sontuosa ed estesa “Spanish Song”, mentre il finale è affidato all’amato Bud Powell con “Tempus Fugit”, una sorta di caleidoscopio che fa esplodere d’ovazioni il teatro.
Le liner notes, scritte di pugno da Blade e McBride aggiungono emozioni a quelle, già enormi, suscitate dall’ascolto. Il Terzo Trilogy al cubo del Trio insomma chiude un”opera per certi versi epocale. Chick Corea Lives!

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