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Diego Pinera è un batterista e compositore nato 44 anni fa a Montevideo, Uruguay, che dopo gli studi alla Berklee College of Music, alla University of Music dell’ Havana ed in diversi istituti musicali in Germania, ha iniziato a farsi conoscere agli inizi del millennio con alcune esperienze in sala di registrazione, sia nel paese natale che in Europa. Collaborazioni con il sassofonista Donny McCaslin e Phil Donkin, con Mark Turner e Ben Street per l’album “My picture“, registrato a New York nel 2016, hanno preparato il percorso per l’ingresso nella prestigiosa scuderia della ACT records con gli album “Despertando” del 2018 ed “Odd Wisdom” del 2021 con McCaslin, Ben Monder e Scott Colley. Negli anni più recenti un’intensa attività fitta di concerti, collaborazioni in studio, lezioni, oltre a numerosi riconoscimenti, hanno portato lo stile originale del batterista – un mix di ritmi latini, jazz e raffinate quanto originali scansioni ritmiche – a contatto con un più ampio pubblico.
Con “Evidence” pubbicato da iapetus media, Pinera ha reso realtà un vecchio sogno: suonare con due dei suoi più solidi ispiratori, il bassista John Patitucci ed il pianista David Kikosky.
“John è stato uno degli artisti che più mi hanno influenzato fin dall‘a‘ adolescenza a Montevideo. Il suo lavoro con la Chick Corea Elektric Band, ed il batterista Dave Weckl ha lasciato una impronta pesante nel mio viaggio musicale. Dividere lo studio con lui mi sembrava un sogno diventato realtà, dopo molti anni di tentativi. Dave Kikoski è stato un’altra ispirazione da molto tempo, da quando lo ascoltai sul disco di Roy Haynes’ Birds of a Feather con Dave Holland and Roy Hargrove, ed il suo unico suono unico mi catturò”
Il risultato dell’incontro, programmato per registrare due brani negli studi Bacque recordings di New York, e poi diventato una mini session di circa mezz’ora, è racchiuso in questo EP destinato a rimanere un punto fermo nella carriera del batterista.
“Ciò che rende “Evidence” ancora più magico è come tutto si è concretizzato, in totale spontaneità, senza alcuna prova. Ho preso un aereo per New York, incontrato John e Dave nello studio, e, dalla prima nota, è stato subito chiaro che qualcosa di incredibile stava succedendo. Avevamo previsto di registrare due bran, ma l’energia era talmente forte ed elettrica che abbiamo finito per farne quattro. Una semplice collaborazione è diventato un viaggio ricco e dinamico che mette insieme tradizione, invenzioni spontanee ed una conversazione musicale genuina ed istintiva“.
Il classico di Monk che apre ed intitola il cd usa il famoso tema quasi come un pretesto per un dialogo improvvisato e ricco di sorprese fra contrabbasso e percussioni, situazione riportata a regime di swing dall’ingresso del pianoforte di Kikosky, con il tempo che si impenna improvvisamente prima di un solo riservato alla batteria del titolare che, con mossa imprevista, conduce il brano verso una dimensione ritmica più rarefatta ed autonoma. “The struggle” una composizione originale di Pinera, ha un bell’andamento da stagione romantica in Central Park , con un motivo confidenziale di immediata presa affidato al piano che ne esplora tutta la gamma espressiva mentre la sezione ritmica assicura un andamento elastico e movimentato. “La nube” scritta a sei mani, è una lirica ballad condotta con delicata efficacia dal pianoforte, ed infine “Electric jam” dove Patitucci impugna lo strumento elettrico, è tutto un guizzare di esuberanti riffs in atmosfera latina, con il più giovane dei tre musicisti che regola il tenore ritmico con breaks ed inserti che spezzano e ricompongono la trama del dialogo.
Un bel biglietto da visita per un nome da segnare nell’agenda di chi tiene alla buona musica.
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