EMBRACING DAWN – Christian Sands (Mack Avenue) Supporti disponibili: CD / LP
Tra il 2018 e il ‘20 Christian Sands aveva fatto un certo scalpore con “Facing Dragons” e “Be Water”, dischi con cui il pianista del Connecticut (classe ‘89) s’era imposto all’attenzione generale, raccogliendo candidature al Grammy e soprattutto rivendicando un ruolo d’un certo peso tra i pianisti c.d. “mainstream” d’altissimo livello, anche se va detto che il primo ad accorgersi del suo talento è stato il grande Christian McBride, che lo ha inserito nei suoi gruppi molti anni fa, spendendo per il ragazzo parole al miele, rivelatesi profetiche. A proposito, se interessano le crociere McBride imbarcherà anche Sands prossimamente in un clamoroso tour sui mari a sfondo jazz:

Il suo trio, con il fratello Ryan , valido batterista, e Yasushi Nakamura al contrabbasso s’è poi fatto valere dal vivo, con una serie di scritture importanti anche nel nostro Paese, dove ha riscosso pieni successi, chi scrive lo ha visto a Piacenza e a Manerba, mostrando un delizioso feeling con gli standard, che rilegge con naturalezza straordinaria, in uno stile che, partendo dal primo maestro di pianoforte, l’indimenticato Billy Taylor, rimanda ad Oscar Peterson, Red Garland ed altri giganti della cosiddetta linea nera pianistica. Anche il suo rapporto con il pubblico, molto estroverso e carico di positive vibrations, è da consumato entertainer ma senza che abbia mai a scadere in buffonate alla Bollani, per intendersi, insomma un musicista in grado di portarti nel suo mondo musicale con istrionica facilità, intimamente jazzistico e quindi molto rispettoso della tradizione che va ad interpretare o re-interpretare alla tastiera.
Lo attendevamo al varco con un nuovo lavoro in studio per Mack Avenue, la label del Michigan recentemente entrata in orbita “Candid”, nel mega gruppo discografico Exceleration, e ci serviva un’opera che ne confermasse l’estro, infatti abbiamo volutamente trascurato lo zuccheroso, immancabile disco natalizio di fine ‘23, per tuffarci in questo “Embracing Dawn”, distribuito con un certo slancio commerciale, insieme a vari gadget di corredo, cappellini dedicati, t-shirt ecc. http://www.christiansandsjazz.com/home#music
Si tratta di un disco che potremmo definire emozionale, in cui emerge l’aspetto compositivo ed in cui convergono le varie anime di Sands, declinate dal soul al pop al rap, ma con tratti quasi dolorosi, l’alba da abbracciare del titolo sbuca infatti solo alla fine di un viaggio eterogeneo, il fluido eloquio di Sands ed il suo velocissimo periodare sono messi in secondo piano dalle composizioni del pianista, con una serie di arrangiamenti che comprendono archi, ospiti ed effetti in quasi tutte le tracce. Interessante l’inserimento, a integrazione del trio, del chitarrista Martin Seewell e del vibrafonista Warren Wolf, due jazzisti di gran vaglia che tolgono a lungo la scena al leader, e danno spessore ai nuovi temi, personalmente è stato bello ritrovare Warren Wolf allo strumento di cui è virtuoso, garanzia di qualità estrema.
La voglia di raccontarsi, di sublimare momenti personale con tutta evidenza difficili componendo un cantabile flusso di coscienza è la cifra di un’opera accessibile, che si dipana languida, da una breve, sospesa “Good Morning Heartache” all’eloquente “Divergent Journey”, a “Serenade to an angel”, brani scritti col cuore in mano, quindi col polsino completamente insanguinato, come diceva Bergonzoni. Per fortuna ci sono anche episodi più movimentati, in particolare la ieratica “MMC”, già ascoltata dal vivo, pare diventare la nuova hit del pianista.
Il disco si chiude con l’armonica di Grégoire Maret che suggella, in un afflato quasi western, un cinematografico momento di pace, un passaggio che invita a metter da parte i rovesci del vivere, per tornare a sorridere.
